Why Not; legali di Murone e Favi: “Cassazione certifica correttezza magistratura di Catanzaro”

“Altro che “condotte prescritte e sottrazione illecite delle inchieste Why Not e Poseidone al fine di danneggiarmi”. Altro che ‘storià e ‘fatto storico ricostruito in via definitiva perché la Cassazione non può entrare nel fattò. Gli unici fatti accertati, in maniera irrevocabile, sono quelli rappresentativi della correttezza dell’operato dei magistrati di Catanzaro che hanno revocato ed avocato le indagini a de Magistris, sui quali non si potrà più tornare perché appunto la Cassazione ha posto la parola fine alla vicenda giudiziaria che tanti danni ha procurato ai soggetti inopinatamente coinvolti nella stessa”. Così gli avvocati Mario Murone e Francesco Favi, difensori rispettivamente dell’ex procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone e dell’avvocato generale Dolcino Favi nel processo scaturito dalla loro decisione di sollevare dalle indagini ‘Why Not’ e ‘Poseidonè l’ex pm Luigi de Magistris, adesso sindaco di Napoli, commentano le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte di Appello di Salerno che, derubricata l’originaria contestazione di corruzione in atti giudiziari nel reato di abuso di ufficio rimuoveva l’effetto assolutorio della sentenza emessa dal Tribunale di Salerno perché il fatto non sussiste.

“L’effetto giuridico della sentenza di annullamento senza rinvio – scrivono gli avvocati – era cosi chiaro e definitivo che non avrebbe meritato alcun tipo di commento ad opera della parte civile ma il de Magistris, non pago delle oltre 70 ‘audizionì dinanzi ai pubblici ministeri Nuzzi e Verasani, con i risultati a tutti noti, trovava ancora la forza di affermare che ‘il fatto storico è ricostruito in via definitiva, perché la cassazione non può entrare nel fatto;. Rimane la sentenza della Corte di Appello di Salerno in cui si parla di condotte, seppure prescritte, di abuso di ufficio, quindi di sottrazioni illecite delle inchieste”.

“Ora è possibile leggere le motivazioni della sentenza della Cassazione – sottolineano – e si comprende subito che le dichiarazioni degli imputati (assolti appunto perché il fatto non sussiste) non erano affrettate, ma fondate sulla conoscenza e applicazione di elementari principi di diritto: rivive la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, nulla può essere addebitato agli imputati, 110 udienze dibattimentali hanno dimostrato che le risultanze delle indagini preliminari (compendiate in faldoni e faldoni) sono state completamente smentite dai testimoni sentiti al dibattimento. Nulla di più; l’ennesimo fallimento giudiziario”. “Non vi sono ‘persone che hanno commesso fatti molto gravì, perché, afferma la Cassazione, la parte civile ‘aveva sindacato le scelte valutative operate dai giudici di primo grado con una prospettiva che, come si avrà modo di chiarire nel prosieguo, era invero fallace – scrivono gli avvocati – Assolutamente illegittima è stata ritenuta la dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione, perché la Corte di Appello avrebbe dovuto accertare la eventuale responsabilità degli imputati, seppure ai limitati fini civilistici, cosa che non ha fatto. Scrive il relatore: ‘le statuizioni “sostanzialmente” penali contenute nel dispositivo della sentenza impugnata vanno, dunque, cassate; con il più radicale annullamento senza rinvio dell’intera pronuncia gravità”.

“Allo stesso modo, proseguono, “sempre dalla lettura della motivazione, più volte invocata dal de Magistris, emerge che la sentenza della Corte di Appello di Salerno ha ‘sacrificato in maniera ingiustificata le ragioni difensive dell’imputato, che, pur avendo già beneficiato di una pronuncia penale assolutoria di merito nel giudizio di primo grado, a fronte delle doglianze della parte civilè non ha potuto ottenere la garanzia di un accertamento pieno del merito. Ed infine, che ‘nel caso della sentenza emessa dalla Corte di appello fosse precluso dare ai fatti contestati una diversa qualificazione giuridica; Di atti abusivi intenzionalmente compiuti per procurare a quegli indagati ‘un ingiusto vantaggio patrimonialè ed ‘a cagionare al pm de Magistris un danno ingiustò consistente nella lesione della reputazione; non vi è assolutamente traccia nei capi di imputazione per i quali era stata esercitata l’azione penale; La sentenza va, dunque, annullata definitivamente senza rinvio”. “Resta solo il fatto, come affermato dalla sentenza di Cassazione, che deve decidersi la questione ‘relativa alla condanna della parte civile alla rifusione delle spese di costituzione e difesa sostenute da Murone nel precedente grado di appellò – sottolineano – Rimane il fatto che una sentenza della Corte di Appello di Salerno è stata annullata senza rinvio, per tre diversi motivi di ricorso: accadimento assolutamente unico nel ‘mondo giuridicò. ma questo è un fatto su cui vi sarà un ulteriore approfondimento, e forse, questa volta, sarà veramente scritta un’altra storia”.

(Cro/AdnKronos)

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