Sequestro di beni a presunto esponente cosca “Farao – Marincola” di Cirò Marina (KR)

Catanzaro, 20 ago. (Adnkronos) – Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale del capoluogo calabrese, che dispone il sequestro di beni immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 200mila euro, nei confronti di Vincenzo Santoro, ritenuto affiliato alla cosca di ‘ndrangheta “Farao – Marincola” che opera nel territorio di Cirò Marina (KR).
Il provvedimento, richiesto dalla Dda Antimafia di Catanzaro, con il Sostituto procuratore Alessandro Riello e il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri, poggia sul fatto che Santoro, di cui si sottolinea la pericolosità sociale, è rimasto coinvolto nell’inchiesta “Stige”, il cui processo di primo grado celebrato col rito abbreviato, il 25 settembre del 2019 si è concluso con la sua condanna a 17 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa, procurata inosservanza di pena, favoreggiamento personale, turbata libertà degli incanti, tentata estorsione.

Inoltre, dal contratto di compravendita emerge che le risorse finanziarie utilizzate dalla figlia per l’acquisto degli immobili sarebbe frutto di una donazione ricevuta dai genitori. Donazione che però risulta non essere mai avvenuta.
Infine, gli inquirenti sottolineano come dalle indagini patrimoniali svolte dalla Guardia di Finanza sia venuto a galla che nel periodo interessato, Santoro e i suoi familiari non hanno prodotto redditi, e ciò evidenzia la sperequazione tra la capacità reddituale e il valore dei beni immobili acquisiti oltre che delle altre risorse finanziarie. Santoro è considerato un affiliato alla cosca “Farao – Marincola” ed è ritenuto il punto di riferimento che controlla tutto l’altopiano silano, occupandosi anche del sostegno ai latitanti. Lo stesso Santoro, inoltre, avrebbe avuto il compito di controllo e coordinamento degli uomini che gestiscono gli appalti boschivi pubblici e privati, anche attraverso il mantenimento dei rapporti con le diverse organizzazioni criminali del territorio.
Gli accertamenti svolti dai militari della Guardia di Finanza di Rossano nei confronti di Santoro e del suo nucleo familiare (tutti residenti nel comune di Mandatoriccio, in provincia di Cosenza), hanno permesso di ricondurre a lui i beni immobili di cui la Dda ha chiesto la confisca. I beni sequestrati, infatti, sono stati formalmente intestati alla figlia nel dicembre 2017 con un atto considerato dagli inquirenti un mero espediente utilizzato dal padre.
(Lro/Adnkronos)

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi