(ANSA) – VIBO VALENTIA, 16 DIC – Disastro ambientale colposo
e abuso d’ufficio. Sono queste le ipotesi di reato contestate a
sette persone, tra dirigenti della Regione Calabria e
imprenditori, nell’ambito di un’attività condotta dalla Guardia
di finanza di Vibo Valentia, su delega della locale Procura, che
ha portato al sequestro preventivo delle opere complementari del
cantiere del nuovo ospedale di Vibo Valentia disposto con un
provvedimento firmato dal procuratore Camillo Falvo e del
sostituto Filomena Aliberti.
Al termine di accertamenti tecnici condotti sul posto e
dall’esame compiuto sulla documentazione acquisita, anche di
natura tecnica, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro
preventivo i lavori di sistemazione idrogeologica del fosso
Calzone, in località Cocari, e della raccolta delle acque
bianche complementari ai fini della realizzazione del nuovo
ospedale di Vibo Valentia. Le opere, finanziate con il fondo,
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, per la mitigazione del rischio idrogeologico del fosso
Calzone, qualificate dalla Regione Calabria come strumentali
alla realizzazione del nuovo nosocomio cittadino, non solo non
sono risultate inerenti l’oggetto per il quale era stato
stanziato il fondo, ma hanno, addirittura, aggravato, come
certificato dalla perizia richiesta ed ottenuta dall’autorità
giudiziaria, il rischio idrogeologico.
Le persone indagate sono Domenico Pallaria, di 61 anni,
direttore generale del Dipartimento Infrastrutture della Regione
Calabria, in qualità di R.U.P.; Pasquale Gidaro (53),
responsabile della struttura tecnica per il supporto al R.U.P.;
Alessandro Andreacchi (57), direttore dei lavori; Pier Renzo
Olivato (66) presidente del consiglio di amministrazione del
consorzio di imprese Vibo Hospital s.p.a., concessionario dei
lavori; Giacomo Procopio (63), legale rappresentante
dell’impresa esecutrice dei lavori «Costruzioni Procopio
S.R.L.”; Massimo Procopio(59), vice-presidente del consiglio di
amministrazione della «Vibo hospital service Spa» e Direttore
Tecnico dell’impresa esecutrice dei lavori «Costruzioni
Procopio S.R.L.”; Luigi Zinno (66), soggetto attuatore dell’
ufficio del Commissario Straordinario per la mitigazione del
rischio idrogeologico della Regione Calabria. (ANSA).
(ANSA) – VIBO VALENTIA, 16 DIC – Secondo quanto emerso dagli
accertamenti, le opere, lungi dall’essere volte al ripristino
dell’officiosità idraulica del fosso hanno ampliato la portata
del canale con la costruzione di manufatti in cemento,
aumentando l’affluenza delle acque nel bacino già compromesso
dagli eventi alluvionali del luglio del 2006, durante i quali
avevano perso la vita due uomini ed un bambino. A seguito di
quei tragici eventi, infatti, era stato previsto uno studio
idrografico, cosiddetto «Piano Versace», realizzato dalla
Regione Calabria, mirato a preservare la zona da eventuali nuove
costruzioni, proprio in virtù della pericolosità idraulica
dell’area.
Le nuove opere, secondo quanto emerso, avrebbero realizzato
un innesto artificiale nella testata principale del fosso
Calzone – Rio Bravo, creando delle situazioni di pericolo per le
aree sottostanti ed, in particolare, della linea ferroviaria
Eccellente – Rosarno, della statale 18 e della strada
provinciale 522. Il pericolo consisterebbe, soprattutto, nel
rischio di esondazione delle acque meteoriche dal fosso, in caso
di eventi alluvionali, anche non eccezionalmente violenti, le
quali, non trovando ostacolo sul proprio percorso (vegetazione,
detriti, ecc), esonderebbero.
Le indagini hanno consentito anche di accertare
l’affidamento diretto dei lavori, per un importo di oltre 3
milioni di euro, alla società Vibo Hospital Service s.p.a, con
sede Rovigo, aggiudicataria dell’appalto principale di
costruzione del nuovo ospedale, per un importo complessivo di
circa 144 milioni di euro.
La contestazione dell’ipotesi di reato legata all’abuso d’
ufficio deriva dal fatto che, secondo quanto riporta una nota
stampa della Guardia di finanza di Vibo Valentia, «la Regione ha
palesemente distratto i fondi pubblici ministeriali destinati a
pulire il fosso, utilizzandoli strumentalmente per la
realizzazione del nuovo Ospedale, andando, tuttavia, ad
aggravare il rischio idrogeologico». Il sequestro «ha lo scopo
di evitare che la costruzione venga portata a termine, anche in
considerazione dello stato avanzato dell’opera, allo scopo di
evitare l’aggravarsi del rischio idraulico, anche in
considerazione degli eventi atmosferici che stanno interessando
la provincia di Vibo Valentia». (ANSA).