Rosarno (RC): Omicidio operaio, autore confessa e ha parlato di minacce ricevute

(ANSA) – PALMI, 07 AGO – Ha ammesso le proprie responsabilità
davanti al gip ed ha parlato di minacce ricevute Carmelo
Bersano, il 45enne arrestato per l’omicidio di Antonio Pupo, di
44 anni, operaio del Porto di Gioia Tauro, ucciso a colpi di
pistola a Rosarno nella notte tra lunedì e martedì scorsi, e del
tentato omicidio del figlio 18enne della vittima, Michele.
All’uomo, il pm della Procura della Repubblica di Palmi Elio
Romano, ha contestato l’omicidio aggravato dalla premeditazione
e dai futili motivi, il tentato omicidio e la ricettazione della
pistola calibro 7.65 usata.
Stamani Bersano, assistito dall’avv. Maria Angela Borgese, è
comparso davanti al gip di Palmi Barbara Borelli per l’udienza
di convalida. Romano ha chiesto la convalida e l’emissione
dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il gip si è
riservato la decisione.
Al gip, secondo quanto si è appreso, l’uomo ha detto che dopo
la separazione dalla moglie, avvenuta 3 mesi fa, sarebbe stato
minacciato da Pupo e dal fratello della moglie, perché in alcune
circostanze era passato sotto casa della donna per verificare
cosa stesse facendo. I due uomini, a suo dire, gli avrebbero
detto di non continuare con quel comportamento e per questo, ha
riferito al gip, alcuni giorni fa aveva comprato la pistola. La
sera dell’omicidio l’uomo, insieme ad un amico, era uscito in
auto e si era fatto accompagnare sotto casa della moglie.
Quest’ultima, uscendo, l’ha visto. Bersano ha raccontato che
poco dopo ha ricevuto una telefonata da Pupo che gli avrebbe
detto che lo attendeva sotto casa per parlare. Giunto sul posto
da solo e a piedi, l’uomo è salito sull’auto del cognato ed ha
riferito di avere visto una persona seduta sul sedile posteriore
ma di non averlo riconosciuto perché era buio. Il cognato –
sempre secondo quanto ha riferito Bersano al gip – si sarebbe
poi fermato in una strada buia dove era parcheggiata un’altra
auto. Temendo un’aggressione Barberio avrebbe quindi estratto la
pistola per – a suo dire – sparare un colpo in aria a scopo
intimidatorio, ma non avendo dimestichezza con le armi avrebbe
invece raggiunto alla testa Pupo. Quindi ha detto di avere
sparato due colpi alla cieca verso il sedile posteriore e di
essere fuggito. Dopo il delitto l’uomo si è rifugiato in un
casolare in cui stava eseguendo dei lavori e di cui aveva la
chiave. Ed è qui che i carabinieri lo hanno individuato e
bloccato. Ai militari ha poi consegnato l’arma usata che aveva
ancora nella sua auto. (ANSA).

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