Un panificio di Reggio Calabria, che era stato “chiuso” su ordine della Prefettura per presunti condizionamenti da parte della ‘ndrangheta, è stato riaperto su disposizione del Tar per via della pandemia in corso.
Il panificio, scrive la Gazzetta del Sud, era stato colpito da un provvedimento interdittivo antimafia, ma i proprietari hanno contestato formalmente la decisione, rivolgendosi al Tribunale amministrativo, che in via d’urgenza ha stabilito che “con la richiesta di intervento cautelare, la ricorrente, che risulta immune da precedenti o pendenze giudiziarie, ha evidenziato che nel corrente periodo di emergenza sanitaria l’attività svolta rientra tra quelle definite “essenziali” dalla decretazione d’urgenza; si porrebbe la indifferibile necessità di licenziamento di otto dipendenti attualmente assunti con contratto a tempo pieno ed indeterminato i quali, considerato il periodo di crisi/emergenza, non troverebbero facilmente una nuova collocazione lavorativa; sussiste la necessità di provvedere al mantenimento dei quattro figli conviventi e l’attività aziendale costituisce l’unica fonte di reddito”. Da qui la decisione di lasciare aperto il panificio fino a metà aprile.
(Lro/Adnkronos)