Sono stati 45, nel corso del 2019, i ricorsi legati ad appalti, a concessioni demaniali revocate a seguito di interdittiva antimafia o ad attività economiche sospese all’emanazione del provvedimento prefettizio. Le sentenze pubblicate in materia ammontano a 18, riferite anche ad anni precedenti. Lo rileva la relazione di apertura dell’Anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale della Calabria letta dal presidente Giancarlo Pennetti.
«Le interdittive antimafia e il contrasto amministrativo alla criminalità organizzata – ha detto il presidente Pennetti incontrando i giornalisti prima della cerimonia – rappresentano un fenomeno significativo. Abbiamo diversi ricorsi che arrivano un pò da tutte le Prefetture della regione. Bisogna affrontare queste controversie con molto equilibrio e molta prudenza cercando di non fare né i giustizialisti ma neanche gli arrendevoli. Purtroppo è lo strumento che è complesso e si basa su una regola che è quella del ‘più probabile che non’. In questa frase è racchiusa tutta la difficoltà del capire e del
decidere». «Spesso si sa che le carte, la documentalità – ha aggiunto il presidente del Tar Calabria – rischiano di rendere burocratico anche il fenomeno più vivo e di plastica evidenza come la criminalità organizzata che condiziona molte aree di questa regione. Spetta a noi sapere cogliere la realtà delle cose dietro delle carte che, inevitabilmente, tendono un pò a mettere in fila una serie di fatti, costringendoci a capirne la relazione. É un lavoro che si fa con calma e con equilibrio e che, per quanto ci riguarda, cerchiamo di fare al meglio».
(ANSA).