Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha commissariato le federazioni di Cosenza e di Crotone del partito. Lo si apprende da fonti della segreteria nazionale del Pd. La decisione é stata presa con il parere favorevole unanime della Commissione nazionale di garanzia. Alla base della decisione di Zingaretti ci sono i contrati sulla scelta del candidato alla presidenza della Regione, con il sostegno della due federazioni al Governatore uscente, Mario Oliverio, e non a Pippo Callipo, indicato del partito. «La scelta di rendere pubblico” il dissenso sulla scelta del candidato alla Presidenza della Regione, scrive Zingaretti nella lettera con cui ha comunicato il commissariamento delle federazioni di Cosenza e di Crotone, e «l’esplicita volontà di non rispettare le decisioni assunte dagli organi che ne hanno la responsabilità, con l’esplicito intento di delegittimare le scelte compiute, ha senza dubbio causato un danno di immagine al Partito democratico».
«Pertanto, sentito il Commissario regionale del Pd – prosegue la lettera – si dispone il commissariamento delle due Federazioni, ricorrendo le condizioni di cui all’articolo 23, comma 1 dello Statuto nazionale (ex articolo 17 del precedente Statuto), circa la necessità e l’urgenza, vista l’imminenza delle scadenze in vista delle elezioni regionali, e avendo sentito il parere della Commissione nazionale di garanzia».
Sono Marco Miccoli e Franco Iacucci i Commissari nominati dal segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, rispettivamente, nelle federazioni provinciali di Cosenza e di Crotone. Marco Miccoli é componente della segreteria nazionale del partito, mentre Franco Iacucci é il presidente della Provincia di Cosenza.
«Abbiamo appreso dalla stampa la notizia secondo cui sarebbero state commissariate le Federazioni provinciali del Pd di Crotone e di Cosenza. Un atto senzamprecedenti e di una gravità inaudita, espressione della peggiore tradizione stalinista». Lo sostengono, in una nota, i segretari delle Federazioni di Cosenza e di Crotone del Pd, Luigi Guglielmelli e Gino Murgi. «Il commissariamento – aggiungono – è illegittimo oltre che sul piano sostanziale anche sul piano formale. Gli organismi di direzione politica eletti dal congresso ed i segretari
provinciali di entrambe le federazioni non hanno violato alcuna norma statutaria. Anzi, hanno reiteratamente chiesto, a più riprese, il rispetto delle regole statutarie da parte del commissario regionale a tutela delle garanzie e delle procedure trasparenti e partecipate per la designazione del candidato alla presidenza della Giunta regionale. Abbiamo semplicemente chiesto che fossero i calabresi a decidere, attraverso il più ampio confronto, il candidato Governatore. È un provvedimento liberticida, oggettivamente teso a sopprimere il dissenso politico. Un provvedimento, questo sì, di grave lesione dell’immagine del Partito democratico. Commissariare gli organismi vitali eletti democraticamente con il voto di migliaia di iscritti in un partito regionale già commissariato è una mortificazione per migliaia di uomini e di donne che hanno scelto liberamente la adesione al partito. È come se si volesse liquidare e cancellare l’insediamento politico e organizzativo del Pd sui territori. Non era mai accaduto nel Pd un simile colpo di mano da parte dei vertici romani, che hanno fatto ricorso ad una prova muscolare espressione di profonda debolezza e di autoritarismo. Il contrario della democrazia, del pluralismo e della ricchezza delle opinioni, che è invece la vera forza di una forza democratica qual è e deve essere il Pd».
«Ovviamente, oltre ad impugnare tale provvedimento nelle sedi competenti, comprese quelle giudiziarie – concludono
Guglielmelli e Murgi – saranno promosse molteplici iniziative attraverso la mobilitazione di iscritti e simpatizzanti, affinché vengano ristabiliti i diritti degli iscritti e delle iscritte del Partito Democratico». (ANSA).