“Pedigree” è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, sono stati eseguiti arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari delle storiche cosche reggine Serraino e Libri.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile – sotto le direttive dei magistrati della D.D.A. di Reggio Calabria – hanno portato alla luce le dinamiche criminali delle consorterie della ‘Ndrangheta operanti, attraverso le loro articolazioni territoriali, nel quartiere di San Sperato e nella frazione Gallina, nonché nel comune di Cardeto (Rc) e in Gambarie d’Aspromonte, principalmente nel settore delle estorsioni in danno di imprenditori e commercianti anche attraverso l’imposizione di beni e servizi, nonché nell’impiego dei proventi delle attività delittuose in esercizi commerciali attivi nel campo della ristorazione (bar) e della vendita di frutta, intestandoli a sodali o a compiacenti prestanomi allo scopo di eludere il sequestro con l’applicazione delle disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. L’inchiesta “Pedigree” della Dda di Reggio Calabria che stamattina ha portato all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di elementi di vertice, luogotenenti e affiliati 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle potenti cosche Serraino e Libri, halle potenti cosche Serraino e Libri, ha consentito di accertare come il vertice della cosca Serraino sia attualmente rappresentato da Maurizio Cortese, genero di Paolo Pitasi, già uomo di fiducia di Francesco Serraino, il cosiddetto “boss della montagna” assassinato durante la seconda guerra di ‘ndrangheta.
Nel corso degli anni, infatti, Cortese (catturato da latitante nel 2017) ha acquisito un’importanza sempre maggiore nell’ambito dei gruppi mafiosi, riuscendo a scalare le gerarchie della cosca Serraino e allungando i suoi tentacoli soprattutto nel quartiere di San Sperato di Reggio Calabria. Oggi, però, la consorteria criminale diretta da Cortese risulta essere ben strutturata e rafforzata soprattutto per via dei legami coltivati con esponenti carismatici di altre potenti cosche di Reggio Calabria che gli hanno consentito l’ascesa al vertice.
Molto stretto, ad esempio, è il legame coi capi storici della cosca Labate, che la fa da padrone nei quartieri cittadini di Gebbione e Sbarre, e proficuo è il rapporto con la cosca Libri. Ben solide, però, è anche il legame con la potente ‘ndrina De Stefano-Tegano, in particolare con Luigi Molinetti, storico esponente del clan di Archi arrestato di recente nell’ambito dell’operazione Malefix.
(Lro/Adnkronos)