Ndrangheta:indagati ex deputato e due amministratori locali

(ANSA) – TRENTO, 15 OTT – Ci sono anche tre politici trentini
nell’indagine «Perfido» condotta dai carabinieri del Ros e
coordinata dalla Procura di Reggio Calabria e di Trento,
relativa alla presenza della ‘Ndrangheta in Trentino.
Nel registro degli indagati compare il nome dell’ex
parlamentare autonomista Mauro Ottobre, politico arcense che nel
2018 si era candidato a presidente della Provincia (mancando
però l’elezione) con il movimento Autonomia dinamica. Secondo
gli inquirenti, Ottobre avrebbe accettato da Innocenzio Macheda,
ritenuto il capo della cellula locale di ‘Ndrangheta, e da
Demetrio Costantino, la promessa di procurargli voti in cambio
di altre utilità. Nel mirino degli investigatori è finito in
particolare un incontro, avvenuto nell’ottobre del 2018, tra
Ottobre e Macheda, al centro commerciale Cavalli di Civezzano.
Macheda, sostengono gli inquirenti, avrebbe poi confermato al
suo interlocutore l’impegno suo e dei suoi sodali nella raccolta
di voti.
Medesime accuse – ancora tutte da dimostrare – anche per l’ex
sindaco di Frassilongo Bruno Groff, che sempre all’epoca delle
elezioni provinciali 2018 si era mosso con altri sindaci civici
per formare uno schieramento di centro, progetto che però poi
naufragò. In quel caso oltre a Macheda e Costantino –
sostengono ancora gli inquirenti – si sarebbe mosso anche
l’imprenditore Domenico Morello, organizzando una cena, a
settembre, in un locale di Frassilongo. Alla cena avrebbero
preso parte anche altri componenti dell’associazione culturale
calabrese Magna Grecia, tra i quali Giuseppe Paviglianiti
(presidente dell’associazione) e Vincenzo Vozzo, entrambi agli
arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti, Morello si sarebbe
messo disposizione del politico, manifestando l’intenzione di
inserire soggetti giovani della compagine calabrese nella
politica locale.
Il terzo politico indagato, Roberto Dalmonego eletto sindaco
di Lona Lases nel 2018, sempre secondo la Procura avrebbe
accettato la promessa di voti da parte dell’imprenditore del
porfido Pietro Battaglia, il quale poi peraltro è diventato
consigliere comunale. Insieme a Battaglia, per il reato di
scambio elettorale politico mafioso, sono indagati anche il
fratello Giuseppe Battaglia, l’imprenditore Mario Nania e Arafat
Mustafà. Secondo gli inquirenti emergerebbe anche la volontà del
neo consigliere di approfittare della sua situazione, in
particolare per ottenere il cambio di destinazione d’uso per la
costruzione dell’abitazione per i figli. (ANSA).

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