(ANSA) – CATANZARO, 11 APR – Il gup del Tribunale di
Catanzaro Alfredo Ferraro ha rinviato a giudizio tutti gli
imputati del procedimento «Alibante» incentrato sulle presunte
infiltrazioni mafiose nell’area del medio Tirreno catanzarese.
Nel mirino affari e interessi del presunto clan facente
riferimento al boss Carmelo Bagalà, che avrebbe legami con
organizzazioni criminali in provincia di Cosenza, nella Piana di
Gioia Tauro e nelle province di Vibo Valentia e Caserta. Il
clan, secondo l’accusa, avrebbe controllato, tra i comuni di
Nocera Terinese e Falerna, attività commerciali e turistiche,
con interessi in appalti e servizi pubblici e la politica. Gli
imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo
mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso,
scambio elettorale politico-mafioso, abuso d’ufficio,
corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione
fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio, turbata
libertà degli incanti e turbativa d’asta.
Tra gli imputati anche l’ex sindaco di Falerna Giovanni
Costanzo, che avrebbe promesso il cambio di destinazione d’uso
di un terreno per ottenere il sostegno elettorale di Bagalà. A
chiedere il rinvio a giudizio sono stati i pubblici ministeri
Chiara Bonfadini e Romano Gallo.
Il gup ha fissato l’inizio del processo per il prossimo 8
luglio davanti al Tribunale collegiale di Lamezia Terme.
Sono 29 le persone rinviate a giudizio su 31 imputati: per
Alessandro e Mario Gallo, infatti, l’avvocato Leopoldo Marchese
aveva avanzato richiesta di giudizio immediato. Richiesta
ammessa e udienza fissata per il prossimo 7 giugno. (ANSA).