‘Ndrangheta: si autoaccusò di un omicidio, 14 anni a pentito

(ANSA) – CATANZARO, 18 MAR – Il collaboratore di giustizia
Santo Mirarchi è stato condannato a 14 anni di reclusione per
l’omicidio di Luigi Grande avvenuto il 12 agosto 2009. La
sentenza è stata emessa dal gup di Catanzaro Antonio Battaglia,
in sede di rito abbreviato.
Mirarchi, difeso dall’avvocato Michel Gigliotti, si era
autoaccusato dell’omicidio davanti all’attuale procuratore
aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla nel corso dei suoi
primi 180 giorni di collaborazione.
Lo scorso 21 gennaio il pm Debora Rizza aveva chiesto una
condanna a 12 anni di reclusione e aveva contestato l’aggravante
delle sevizie e della crudeltà. Aggravanti alle quali si era
opposto il difensore di Mirarchi, l’avv. Gigliotti, ritenendole
non più contestabili perché formulate dopo l’ammissione del rito
e inoltre perché i fatti erano già conosciuti e per questa
ragione le aggravanti sarebbero dovute essere contestate prima.
Il gup ha riconosciuto le ragioni della difesa e ha escluso
l’aggravante. L’omicidio di Luigi Grande si inquadra nella
sanguinosa faida consumatasi nel territorio di Borgia e
Roccelletta, tra il 2005 ed il 2010. la vittima sarebbe stata
uccisa perché ritenuta implicato nel sequestro e omicidio di
Giuseppe Fraietta, cognato di Mirarchi.
Ai familiari di Luigi Grande, costituitisi parte civile, è stato
riconosciuto il risarcimento del danno ed è stata concessa una
provvisionale di 100mila euro. (ANSA).

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