La Corte d’Appello di Catanzaro ha condannato 9 imputati (rideterminando la pena per 4 di essi), assolvendone 3, nell’ambito del processo “Nuove leve” scaturito dall’operazione della Dda del capoluogo calabrese che nel febbraio del 2017 aveva portato all’arresto di 12 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, atti intimidatori e danneggiamenti tramite ordigni esplosivi. Gli accusati, spesso molto giovani, avrebbero fatto parte, appunto, delle “nuove leve” affiliate alla cosca Giampà di Lamezia Terme, che “nonostante i colpi inferti negli anni scorsi con le importanti operazioni coordinate dalla Dda di Catanzaro”, disse in quell’occasione il procuratore Nicola Gratteri, era comunque riuscita ad affiliare nuovi elementi all’organizzazione.
Sono stati assolti Danilo Cappello, detto “kirbi”, difeso dall’avvocato Salvatore Cerra per il quale il pg aveva chiesto la conferma della condanna in primo grado a 8 anni; Gregorio Scalise, difeso dagli avvocati Naccarato e Lomonaco per il quale il pg aveva chiesto la conferma della condanna in primo grado a 8 anni e Eugenio Giampà, difeso dall’avvocato Larussa e Iacopino per il quale il pg aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado a 8 anni. Sono state ridotte le pene per Michele Muraca (2 anni e 8 mesi, 6 anni in primo grado) Marco Francesco De Vito 5 anni e 4 mesi, 9 anni e 4 mesi in primo grado), Andrea Mancuso (3 anni, 4 anni e 3 mesi in primo grado), Vincenzo Vigliaturo (3 anni, 4 anni e 3 mesi in primo grado). Per il resto confermata la sentenza di primo grado: 10 anni a Roberto Castaldo; 8 anni a Giuseppe Paone e Francesca Allegro; 7 anni e 4 mesi a Maria Muraca; 5 anni e 4 mesi a Vincenzo Giampà detto “camacho”