(ANSA) – CATANZARO, 12 OTT – «Affermare che la sanità
calabrese trarrebbe vantaggio dai soldi del Mes è diventato il
mantra fisso, l’ultima moda di politici, sindacati e
opinionisti, che ritengono sia cosa buona e giusta, nostro
dovere e fonte di salvezza». Lo afferma il deputato M5S Giuseppe
d’Ippolito, in una nota di replica al segretario della Cgil
della Calabria, Angelo Sposato.
«Mi rendo conto – prosegue il deputato – che attribuire al
prestito del Mes un valore salvifico fa sentire bene e, per
citare Battiato, finanche conferisce più carisma e sintomatico
mistero. Ciononostante non si possono nascondere le conseguenze
nefaste che produrrebbe la scelta di indebitarsi con il Mes,
società di diritto lussemburghese; intanto la riduzione delle
già compresse sovranità dello Stato».
«Al segretario regionale della Cgil – prosegue il deputato
M5S – devo ricordare che nessuno Stato membro ha finora avanzato
richiesta di ricevere gli aiuti del Mes. Vorrei che nel merito
ci spiegasse il perché, visto che una ragione, magari non
ideologica, dovrà pur esserci. La sanità calabrese ha invece
bisogno di riprendere le risorse che ogni anno le vengono
sottratte per via del criterio vigente di ripartizione del Fondo
sanitario, il quale penalizza le regioni, come la Calabria e le
altre del Sud, che hanno più giovani in rapporto al totale della
popolazione».
«La Cgil decida presto, se vuol essere concreta, di unirsi
alla nostra battaglia per modificare quel criterio, nel senso di
basarlo, come abbiamo proposto da molto tempo, sui dati di
morbilità e co-morbilità regionali. Questo – conclude D’Ippolito
– ci consentirebbe di avere almeno 150 milioni all’anno in più
per la cura dei nostri pazienti, per investire in nuove
assunzioni, tecnologia e prevenzione, nonché per programmare
insieme ai sindaci la rete dei servizi indispensabili da
garantire ai cittadini». (ANSA).