(ANSA) – CATANZARO, 05 APR – Il sostituto procuratore
generale della Corte d’Appello di Salerno ha chiesto cinque anni
di reclusione nei confronti di Marco Petrini, ex giudice della
Corte d’Appello di Catanzaro, condannato a 4 anni e 4 mesi in
primo grado, con rito abbreviato. L’accusa contesta a Petrini
anche un capo d’imputazione per il quale era stato assolto in
primo grado ovvero un’ipotesi di corruzione in atti giudiziari
che contempla i presunti illeciti commessi da Petrini in favore
dell’avvocato Marzia Tassone con la quale l’imputato
intratteneva una relazione intima.
Per il resto l’accusa ha chiesto la conferma della condanna a
3 anni e 2 mesi nei confronti del medico/faccendiere e presunto
collettore di proposte corruttive Emilio Santoro, detto Mario –
difeso dall’avvocato Michele Gigliotti – e la conferma della
sentenza a un anno e 8 mesi nei confronti dell’avvocato
Francesco Saraco, difeso dagli avvocati Giuseppe della Monica e
Nico d’Ascola.
Il procedimento è uno stralcio della più ampia indagine
denominata «Genesi», condotta dalla Procura di Salerno su input
della Procura di Catanzaro, che contempla una serie di reati di
corruzione giudiziaria commessi negli uffici giudiziari di
Catanzaro.
Dopo gli arresti avvenuti il 15 gennaio 2020 i tre imputati
hanno deciso di collaborare con la Procura di Salerno. In primo
grado Petrini è stato interdetto dai pubblici uffici per la
durata di 3 anni e 6 mesi; Emilio Santoro, difeso dall’avvocato
Michele Gigliotti, interdetto dai pubblici uffici per la durata
di 3 anni mentre l’interdizione per Saraco è stata fissata ad un
anno e 6 mesi. Marco Petrini è stato condannato a risarcire al
ministero della Giustizia la somma di 311.500 euro. Stessa cifra
è stata comminata a Emilio Santoro. La riparazione pecuniaria
comminata a Saraco, difeso dagli avvocati Giuseppe della Monica
e da Nico D’Ascola, in favore del ministero è di 260mila euro.
Il Tribunale aveva anche ordinato la confisca per equivalente
delle somme ritrovate in contanti ai tre imputati. Petrini,
difeso dall’avvocato Francesco Calderaro, è stato condannato a
risarcire la Presidenza del Consiglio dei ministri e il
ministero della Giustizia, da liquidarsi in sede civile. (ANSA).