“Nessuna aggressione, ho solo cercato di far valere i diritti dei piccoli pazienti”. A dirlo è la madre che stamattina avrebbe aggredito i medici dell’ospedale di Lamezia Terme, come denunciato anche dal primario del nosocomio. “Sono arrivata al pronto soccorso con mia figlia di 6 mesi con febbre a 40.6”, racconta la donna al Corriere della Calabria, “e mi spediscono velocemente in pediatria. Lì trovo una situazione raccapricciante: tutte le porte chiuse e forse una ventina di persone tra bimbi e genitori che aspettavano da ore senza che nessuno si degnasse di affacciarsi. Ho notato tra tutti una bambina che era arrivata con ambulanza da scuola alle 10.30, ed erano già le 15, e nessuno a detta dei presenti era andato a vedere. Allora mi sono alterata, ho suonato e chiesto di parlare con qualcuno, e lì la sorella di quella bambina ha cominciato a sbattere le mani sulla porta ed alzare la voce. A quel punto è uscita la dottoressa, e mentre la ragazza si alterava, cercavo di farle capire che la situazione non era sostenibile e che avrebbero dovuto dirci cosa fare”.
C’è stato, prosegue la donna, “solo qualche minuto di tensione, ma dopo ciò tutti i bambini sono stato visitati nell’arco di massimo un’ora. Quando sono entrata in reparto per la visita di mia figlia, ho ribadito che non avevo assolutamente nessuna intenzione di puntare il dito sul loro operato, perché io non posso immaginare cosa ci sia in reparto e non mi permetto, ma il paziente deve essere informato sull’attesa e poter scegliere di non stare lì in un corridoio ad aspettare mentre il figlio non si sa cosa possa avere”.
(Lro/Adnkronos)