(ANSA) – CATANZARO, 30 AGO – «Avviare la riforma del sistema
sanitario calabrese. Il gruppo PD, lo scorso mese di giugno, ha
presentato una proposta di legge sull’adozione di misure di
razionalizzazione delle attività delle Aziende del servizio
sanitario regionale. Ora è arrivato il momento di passare ai
fatti e già da settembre bisognerà avviare l’iter legislativo
che porterà all’approvazione di questo importante
provvedimento». Lo sostiene, in una nota, il consigliere
regionale del Pd Carlo Guccione.
«Abbiamo fatto la nostra parte – aggiunge – e dimostrato
come, attraverso questa proposta di legge, potremmo migliorare
la qualità delle prestazioni ospedaliere e ottimizzare le
risorse economiche visto che i presidi territoriali per acuti
(Spoke) verranno scorporati dalle Aziende sanitarie provinciali
di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria per far nascere l’Azienda
unica ospedaliera provinciale Hub. Bisogna agire subito,
altrimenti il rischio è che non saremo in grado nemmeno di poter
contrastare una possibile seconda ondata della pandemia. La
governatrice Jole Santelli ha dichiarato più volte di essere
d’accordo su questa ipotesi riformatrice e anche la proposta di
legge presentata dal capogruppo dell’Udc, Giuseppe Graziano, va
in questa direzione. Dunque, è necessario l’impegno dell’intero
Consiglio regionale, maggioranza e opposizione sono chiamati a
questo importante compito con l’obiettivo di migliorare
l’offerta assistenziale e l’organizzazione territoriale per il
diritto alla salute dei calabresi. Questo mese di settembre
dovrà essere decisivo per avviare i lavori della Commissione
Sanità e poi del Consiglio regionale per l’approvazione di
questo primo tassello di riforma sanitaria».
«La nascita dell’Azienda unica ospedaliera provinciale Hub –
dice ancora Guccione – permetterà alle Aziende sanitarie (con lo
scorporo degli ospedali Spoke) di dedicarsi solo alla politica
di prevenzione e alle prestazioni territoriali, che in alcune
aree sono quasi inesistenti. Sarebbe un grande risultato, anche
dopo la nascita dell’Azienda unica di Catanzaro – frutto
dell’integrazione dell’Azienda ospedaliera Pugliese e il
Policlinico universitario Mater Domini – per creare sinergie,
efficienza e qualità delle prestazioni ospedaliere. Oggi gli
ospedali Spoke, in alcuni casi, non riescono a garantire i
servizi ospedalieri, vengono accorpati o addirittura chiusi
reparti per mancanza di personale e tecnologie adeguate. Alcuni
ospedali, invece, rischiano di essere chiusi per mancanza dei
requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi per le
attività ospedaliere. Oltre il 35% dei posti letto previsti
negli ospedali Spoke non sono attivi: la Calabria, infatti, si
piazza all’ultimo posto in classifica con 1,95 posti letto ogni
mille abitanti; in Emilia 3,14 posti letto ogni mille abitanti,
in Friuli 5,02. Mentre la spesa sanitaria pro-capite in Calabria
è di 200 euro in meno per abitante rispetto alla media
nazionale. Lo Stato versa nelle casse calabresi quasi 200
milioni in meno all’anno per la sanità. Non dobbiamo aspettare
solo le risorse e le decisioni del governo nazionale, ma
dobbiamo mettere a frutto tutte le competenze che le Regioni
hanno in materia sanitaria».
«L’obiettivo è quello di lavorare insieme, maggioranza e
opposizione – prosegue il consigliere del Pd – con il compito
esclusivo di costruire una rete territoriale, attualmente
inesistente. Lo faremo dando vita ad Aziende Sanitarie
Provinciali che si occuperanno solo di sanità territoriale e ad
Aziende Ospedaliere Provinciali Hub che diventeranno poli di
eccellenza garantendo l’ordinaria amministrazione ma anche
un’adeguata alta specializzazione degli interventi ospedalieri.
Sarà un vero banco di prova politico-istituzionale dove ognuno è
chiamato a dare il proprio contributo per la definizione di un
nuovo Piano sanitario regionale». (ANSA).