(ANSA) – CATANZARO, 17 SET – Riorganizzare la filiera
apistica regionale e promuovere la quaGallolità del miele calabrese e
dei suoi derivati. Questo il tema della riunione che, convocata
dall’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, si è
tenuta in Cittadella, presenti i rappresentanti delle principali
associazioni di apicoltori, delle organizzazioni agricole di
categoria e dell’Associazione regionale allevatori, oltre che
del direttore generale del Dipartimento Agricoltura, Giacomo
Giovinazzo, e dei funzionari del Servizio veterinario del
Dipartimento Sanità.
«Un incontro – é detto in un comunicato dell’ufficio stampa
della Giunta regionale – definito utile e proficuo dalle parti,
primo di una serie di appuntamenti finalizzati all’elaborazione
di proposte organiche di tutela e sviluppo, per utilizzare al
meglio i fondi regionali e pianificare le attività intraprendere
a vantaggio di un settore che in Calabria, attraverso le misure
OCM Miele, che promuovono la formazione degli addetti ai lavori,
ha raggiunto un livello altamente qualificato. Al riguardo,
tutti si sono detti d’accordo sul fatto che l’obiettivo
principale debba essere la definizione di una legge quadro, con
il tavolo di concertazione già all’opera, in modo da poter
presentare una bozza condivisa in Consiglio regionale in tempi
brevi».
«Quello dell’apicoltura calabrese – ha sottolineato
l’Assessore Gallo – è un settore dinamico e propositivo. Sebbene
esso, ad oggi, non abbia beneficiato di risorse smisurate, sono
favorevolmente colpito dalla voglia di fare e migliorarsi degli
operatori. Una volta riorganizzata la filiera, faremo di tutto
per colmare il gap con le regioni leader del settore, in quanto
le produzioni calabresi di qualità, forti anche di una terra
d’origine salubre e particolarmente ricca dal punto di vista
della biodiversità, non hanno nulla da invidiare a nessuno».
«Un altro punto esaminato nel corso della riunione – si
afferma ancora nella nota – è stata l’Ordinanza regionale
94/2014, emessa a causa del coleottero Aethina Tumida che
infesta gli alveari e limita il nomadismo sul territorio
regionale. Unanime la richiesta di revisione del provvedimento
per favorire lo spostamento degli alveari sul territorio
regionale, in modo da diversificare maggiormente la produzione,
grazie alle diverse varietà di colture presenti in Calabria.
Inoltre, è stata evidenziata l’opportunità di intervenire,
mediante il Psr, per favorire azioni di rimboschimento e
promozione di seminativi nelle aree degradate, in particolar
modo inserendo colture nettarifere, come acacia, castagno ed
eucalipto, che favoriscono l’apicoltura e tutelano l’ambiente.
Una via abbozzata anche nel Psr, con la Calabria unica Regione
d’Italia (tra le tre dell’intera Europa) ad aver attivato
l’intervento 10.1.9 «Apicoltura per la preservazione della
biodiversità».
«Questa – ha detto ancora l’assessore Gallo – è la strada
giusta: continueremo a sostenere l’apicoltura con risorse e
bandi ad hoc, sia per tutelare l’ambiente sia per tutelare il
patrimonio produttivo messo a dura prova dall’emergenza
sanitaria. Dobbiamo puntare in alto, fare rete ed arrivare ad un
brand identificativo calabrese, caratterizzando maggiormente i
nostri mieli attraverso una sorta di disciplinare di
produzione».
«Se ne riparlerà – conclude il comunicato – nel corso del
prossimo incontro, già fissato per la settimana a venire».
(ANSA).