CROTONE (ITALPRESS) – Animali macellati senza controlli sanitari. E’ di 8 misure cautelari a carico di 6 veterinari in servizio presso l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone e di 2 gestori di uno stabilimento di carini a Strongoli il bilancio dell’operazione “Fox” svolta dal Nas di Cosenza sotto la direzione della Procura di Crotone. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip, è stata eseguita stamane da 100 Carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli e dei Comandi Provinciali di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria, con il supporto aereo di unità a pilotaggio remoto del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute. Sequestrati allevamenti e stabilimenti per un valore di oltre 1 milione di euro. In corso perquisizioni in 18 allevamenti delle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria, i cui titolari sono stati denunciati.
In carcere sono finiti il gestore e un’impiegata dello stabilimento di macellazione di Strongoli, ai domiciliari 4 veterinari. Sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per altri due veterinari dell’Asp di Crotone, in servizio a Cirò Marina e Roccabernarda. Le indagini hanno riguardato l’intera filiera delle carni (bovine, suine ed ovi-caprine) e anche 14 allevatori di bestiame, i cui allevamenti sono stati perquisiti e controllati con i droni. Secondo gli inquirenti i veterinari indagati “al fine di procurare ingiusti vantaggi patrimoniali agli allevatori cui erano contigui”, hanno effettuato “una gravissima serie di omissioni e di atti contrari ai doveri del proprio ufficio quali l’attestazione di profilassi anti-tubercolosi mai avvenute, l’alterazione dei prelievi di sangue effettuati su capi suini al fine di consentirne la macellazione, l’intermediazione nell’illecito traffico di marche auricolari, sovente appartenute ad animali deceduti e successivamente apposte ad altri capi abusivi al fine di sanarne l’illecita posizione, o ancora l’inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali”.
Più in generale è stato documentato “un utilizzo distorto dell’Anagrafe Zootecnica informatizzata, in cui venivano registrati dati completamente avulsi dalla realtà ed inseriti al solo fine di regolarizzare i traffici commessi dagli allevatori indagati”. I veterinari coinvolti erano “pienamente consapevoli” dei loro comportamenti, al punto da sottolinearlo nel corso dei colloqui telefonici con gli allevatori “anche al fine di far loro “pesare” l’interessamento speso”; in un caso infatti uno dei veterinari, parlando al telefono, ha commentato: “siete certi furbacchioni…tu ti vendi i vitelli, noi parliamo a telefono e poi… viene Gratteri!” evocando, tra l’ilarità generale, l’intervento dell’Autorità giudiziaria. Terminale delle condotte illecite era lo stabilimento di macellazione di Strongoli sottoposto a sequestro, il cui gestore è stato arrestato assieme a un’impiegata amministrativa che di fatto sovrintendeva a tutte le attività criminose. Nel macello sono stati sezionati centinaia di capi tra bovini, suini ed ovi-caprini privi di qualsivoglia profilassi o certificazione sanitaria, le cui carni sono state in seguito vendute e sono finite sulle tavole di ignari consumatori. (ITALPRESS).