Padre e figlio in manette. Concluse le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza questa mattina, i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 53enne. Si tratta di un cosentino accusato di favoreggiamento della prostituzione e maltrattamenti. Vittime la moglie affetta da malattia invalidante e la figlia. Agli arresti domiciliari è finito il figlio 27enne della coppia indagato per maltrattamenti nei confronti della madre.
Schiaffi ed urla strazianti. E quanto intercettato durante le indagini all’interno dell’auto del 53enne arrestato all’alba di stamane dai militari del Comando provinciale carabinieri di Cosenza in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione.
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza Mario Spagnuolo che ha coordinato l’attività investigativa ha sottolineato che “i servizi sociali, le associazioni non hanno espletato i loro compiti in questa vicenda che di umano non ha nulla. La comunità cosentina deve sapere cosa succede in città, all’ombra della movida”. “Un dramma di periferia – ha spiegato il procuratore Spagnuolo – un campionario degli orrori spaventoso, che va al di là dell’immaginazione. Gli aguzzini di madre e figlia erano i propri congiunti che vendevano il loro corpo a cifre risibili: dai 2 euro ad un massimo di 10 euro. Il tutto in una spirale di violenza inaudita. Venivano picchiate con ferocia anche se se chiedevano di riposare o fumare una sigaretta”.
Violenze che, da quanto accertato, sembrerebbe fossero state poste in essere da anni. A far emergere tale desolante quadro di degrado sociale è stata la segnalazione di un cliente, che si è rivolto all’arma dei Carabinieri lamentando continue richieste di denaro da parte del 53enne, senza specificarne la ragione. Percepito il pericolo gli investigatori, ad ottobre a seguito di un’aggressione del figlio 27enne (arrestato oggi per maltrattamenti) nei confronti della madre, hanno fatto in modo che la donna di 51 anni, invalida totale per problemi di natura psichiatrica fosse allontanata dalla struttura protetta in cui era ospitata con l’intero nucleo familiare per essere ricoverata prima in ospedale e poi in una clinica specializzata.
Vittima anche la figlia di 20 anni costretta attraverso le medesime dinamiche fatte di pestaggi e minacce, a prostituirsi come la madre in luoghi aperti al pubblico quali i parcheggi della stazione di Vagliolise o l’area verde che si trova al di sotto del ponte di Calatrava. Il Gip Antonio Tridico durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina nel Comando provinciale dei carabinieri di Cosenza ha aggiunto particolari inquietanti. “Ad assistere alle prestazioni sessuali – ha chiarito – spesso era anche il marito che adescava i clienti in un bar proponendo loro sesso a basso costo da consumare con la moglie o la giovane figlia”.
Il colonnello Piero Sutera ha affermato come sia “doloroso commentare questa operazione fatta di condotte vessatorie da parte di un padre e di un figlio nei confronti di due donne ridotte a merce. Il ragazzo 27enne, oggi posto agli arresti domiciliari presso l’abitazione della fidanzata, aveva lo stesso atteggiamento vessatorio del padre nei confronti di madre e sorella che venivano di continuo picchiate, insultate e minacciate”.
Donne che sembrerebbe avessero perso la consapevolezza della loro condizione per le quali, secondo gli investigatori, il rapporto sessuale era diventato un gesto meccanico e ripetitivo con una percezione della realtà completamente distorta. Al termine dell’incontro con i giornalisti il procuratore Mario Spagnuolo ha ricordato che “ognuno ha delle mansioni da assolvere. L’azione penale, scontata l’eventuale condanna, termina e se non intervengono i servizi sociali, in strada questi soggetti continueranno ad agire ripetendo lo stesso copione di estremo disagio”.
(Mit/Adnkronos)