Coronavirus: Santelli, “avevamo chiesto mascherine ma ci hanno mandato bandane”

Il presidente della Regione Calabria Jole Santelli ha fornito una breve relazione sullo stato dell’arte dell’emergenza coronavirus oggi nel corso del Consiglio regionale. Al termine dell’approvazione dei punti all’ordine del giorno del primo Consiglio regionale della XI legislatura della Regione Calabria su richiesta di alcuni consiglieri il governatore è stato sollecitato a fare chiarezza sulle azioni intraprese e sulla confusione in essere tra i ruoli demandati a commissari, dirigenti sanitari e dipartimento Salute regionale. “Siamo in Piano di rientro dal debito sanitario, sotto Decreto Calabria, in commissariamento con Asp ed Aziende Ospedaliere sciolte per mafia – ha ricordato Jole Santelli in aula – la situazione è a mille teste con ingenti tagli lineari. Il commissario Cotticelli spesso è nei nostri uffici a lavorare, non mi sento di criticarlo e prestarmi ad un inutile gioco al massacro. Siamo riusciti ad allontanare da noi il fenomeno dell’ospedalizzazione, dobbiamo ora potenziare la prevenzione e i presidi territoriali. Ho visto che i calabresi osservano i nostri divieti e dobbiamo esserne orgogliosi”.

“Ci sono misure forti che ho adottato dopo il famoso sabato dell’esodo e la scorsa settimana dopo l’ordinanza della Regione Lombardia. Quando il governo ha chiuso la zona rossa – spiega il presidente della Regione Calabria – abbiamo capito che l’esito sui nostri territori sarebbe stato deflagrante. Così è stato, infatti ad oggi possiamo dire che non abbiamo contagi autoctoni, ma dipendono solo dalle persone che sono arrivate dal nord non rispettando la quarantena. Abbiamo temuto che arrivasse un’altra ondata e ho subito pubblicato l’ordinanza all’1:40 dopo il decreto di Conte imponendo la ‘chiusurà della Calabria con un provvedimento ai limiti di ciò che è nella mia giurisdizione. Il problema tamponi deve seguire il protocollo che ci obbliga ad analizzare solo i contatti diretti indicati dal soggetto positivo e stiamo procedendo a fare verifiche anche sugli operatori sanitari. Non è facile trovare i tamponi a livello nazionale, perché il mercato è saturo. Sono scettica su quelli ‘velocì che l’Istituto Superiore della Sanità afferma che all’80% hanno dato risultati falsamente negativi”.
“La disponibilità totale di posti di Terapia Intensiva completi sono ora 139 – dichiara Jole Santelli – allestiti recuperando i ventilatori che erano nei depositi. Abbiamo invece 80 posti ulteriori pronti ad accogliere i ventilatori appena arriveranno. Vorremmo arrivare ad un totale di 300 posti in Rianimazione. All’Ospedale di Cosenza, al Pugliese di Catanzaro, al Riuniti di Reggio Calabria sono state dedicate intere palazzine ai reparti di Malattie Infettive. L’ospedale da campo con 80 posti dovrebbe dovrebbe essere realizzato dalla Protezione Civile. In più ci sono bandi per assunzioni a tempo determinato di medici ed infermieri. Abbiamo chiesto che i ricoveri Covid passino per gli hub e non per gli spoke. Perché? Faccio solo un esempio. All’Ospedale di Castrovillari abbiamo rischiato di chiudere l’ospedale e tutto il paese perché l’espandersi dei contagi nello stesso nosocomio ci stava sfuggendo di mano”.

Il governatore della Regione Calabria durante il Consiglio tenutosi oggi su richiesta dei consiglieri ha esposto una relazione sullo stato dell’emergenza coronavirus nel territorio regionale. “Sto chiudendo molti Comuni anche con soli 6/7 casi – dichiara il presidente – per evitare che si estenda il contagio. Se il Covid- 19 entra nelle Rsa vanno blindate perché altrimenti corriamo rischi enormi. Ha senso chiudere anche con l’ordinanza del DPCM che vieta di uscire dal proprio Comune di residenza perché così intervengono le forze di polizia. Continuo a chiedere l’esercito non per militarizzare la Calabria, ma per chiedere ai militari che sono nelle caserme di aiutarci nei controlli. Aggiungo sono convinta che riusciremo a contenere il virus, perché vedo la gente molto attenta, vedo persone che hanno compreso il pericolo”.
“Ogni giorno – spiega Santelli – discuto in conferenza Stato-Regioni perché devono mandarci i ventilatori, i dispositivi di protezione. Quelli che ci arrivano noi li distribuiamo nell’immediatezza, per il 90% ad Asp ed Aziende Ospedaliere ed il 10% alla Protezione Civile. Mi avevano assicurato la fornitura di 23mila mascherine FFP2, ne sono arrivate 26mila che però erano semplici bandane che non vuole nessuno. Stiamo affrontando questa emergenza e sono convinta che ne usciremo e ci sarà una nuova Calabria. Ogni crisi ha anche una sua rinascita, le risorse ci sono. Possiamo farcela se riusciamo in quest’aula a costruire un nuovo modello imparando dagli errori dei 40 anni precedenti. Decidendo dove e come investire, cercando di ragionare sulla Calabria del 2050 e non a quella del millennio scorso. Stiamo lavorando per devolvere i fondi europei al contrasto dell’emergenza, vorremmo però capire quanto lo Stato italiano investirà in Calabria. Per risollevarci dobbiamo però dare prova di unità al di là dei colori politici”.
(Mit/Adnkronos)

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