Coldiretti, i prezzi corrono e si taglia carrello spesa

(ANSA) – CATANZARO, 16 APR – «L’inflazione e i rincari delle
materie prime e dei costi energetici pesano sul carrello della
spesa. Oltre la meta dei cittadini calabresi, è costretto a
tagliare la spesa nel carrello a causa dell’aumento record dei
prezzi trascinato appunto dai rincari energetici e dagli effetti
della guerra in Ucraina che hanno ridotto il potere d’acquisto».
Lo sostiene Coldiretti Calabria sulla scia di un sondaggio che,
è scritto in una nota, «fa il paio con i dati Istat
sull’inflazione a marzo 2022 dove si evidenzia un aumento medio
del 5,8% per i generi alimentari. A causa delle fiammate
inflazionistiche un altro 13% dichiara di aver ridotto la
qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti
low cost per arrivare a fine mese, mentre un 38% di cittadini
non ha modificato le abitudini di spesa».
«A crescere – prosegue Coldiretti – sono anche i costi per il
menu tradizionale di Pasqua con rincari che vanno dal 4,5% per
le uova al +4,9% per la carne di agnello mentre al ristorante i
conti sono in aumento del 3,6% ed i servizi di alloggio in
alberghi e pensioni del +9,3%, per chi coglierà l’occasione per
qualche giorno di vacanza.
Poi c’è la verdura fresca, con i prezzi in salita del 17,8%.
Rincari anche per la pasta, così come per frutti di mare
(+10,8%) e farina (+10%). A seguire nella graduatoria degli
aumenti, carne di pollo (+8,4%), frutta fresca (+8,2%), pesce
fresco (+7,6%), e il pane, in aumento medio del 5,8%».
«Se i prezzi per le famiglie corrono – sostiene Coldiretti –
l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera
agroalimentare, con i compensi riconosciuti agli agricoltori e
agli allevatori che non riescono ormai neanche a coprire i costi
di produzione. Più di 1 azienda agricola su 10 è in una
situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività
e molte si trovano comunque costrette in questo momento a
lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto
dell’aumento dei costi di produzione. Uno tsunami che si è
abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli
acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari
che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole.
Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal
+170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali
dei costi correnti sono proprio le coltivazioni di cereali, dal
grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione
della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui
prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni
di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di
piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti dalle stalle
da latte».
«Contenere il caro energia ed i costi di produzione con
interventi immediati e costanti – conclude Coldiretti – è una
necessità. Pensare al futuro significa però lavorare per accordi
di filiera con le imprese agricole prevedendo bandi del Psr
dedicati con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e
prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione
come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e
alle speculazioni». (ANSA).

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