Bufera sul vicepresidente della Regione per alcune parole a un convegno

(ANSA) – CATANZARO, 02 OTT – «Userò le parole “negro” e
“frocio” fino all’ultimo dei miei giorni. Che fanno, mi tagliano
la lingua per impedirmelo?». Stanno provocando polemiche, una
vera bufera, le parole pronunciate dal vice presidente della
Regione Calabria e assessore alla cultura Nino Spirlì, della
Lega, nel corso di un dibattito organizzato nei giorni scorsi a
Catania dalla Lega.
La deputata M5S Federica Dieni è intervenuta oggi per
invitare Spirlì alle dimissioni. «Non perda altro tempo –
afferma – rassegni immediatamente le sue dimissioni e chieda
scusa. Nel caso non intendesse farlo, ci pensi la presidente
Jole Santelli a revocargli il mandato e a fare mea culpa per
aver nominato nella sua giunta un uomo che non ha il senso della
misura e, soprattutto, con le sue inqualificabili dichiarazioni
getta discredito sulla istituzione che rappresenta».
«Spirlì, che detiene anche la delega alla Cultura (sic) –
prosegue la parlamentare – ha rivendicato il diritto di usare
parole quali ‘negrò e ‘ricchionè e si è scagliato contro la
presunta ‘lobby frocià, composta, a suo dire, da ‘nazisti che
cancellano le parolè. Sono espressioni che si qualificano da
sole, ma che diventano inaccettabili e sconcertanti se
pronunciate da un esponente del governo regionale. Purtroppo non
è la prima volta che Spirlì esprime in queste volgari forme le
sue controverse opinioni, a dimostrazione del fatto che il
vicepresidente della Regione continua a preferire il ruolo di
attore da avanspettacolo a quello di politico responsabile.
Ragion per cui, a pensarci bene, forse è troppo chiedere
all’esponente salviniano (che inopinatamente continua a fare
sfoggio di rosari strumentalizzando, proprio come il suo
capitano, la religione) di fare un passo indietro. Ecco perché è
lecito aspettarsi un intervento della governatrice Santelli a
tutela dell’immagine dell’istituzione che rappresenta, ma anche
della Calabria e dei calabresi».
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente Arci Calabria
Aps Giuseppe Apostoliti. «Come Arci – afferma – ci rifiutiamo di
ascoltare un esponente delle istituzioni esprimersi con questi
termini, non ci riconosciamo in un linguaggio che offende,
marginalizza ed esclude. Soprattutto in un contesto come quello
calabrese in cui sono ancora tanti i passi da fare per la
diffusione di una cultura inclusiva e non violenta che faccia
della diversità il suo obiettivo ma anche il mezzo attraverso
cui svilupparsi. Tutti insieme, tutte le forze autenticamente
democratiche hanno il dovere di fare da argine a posizioni di
questa natura. Non si sottovalutino gli effetti che tali
dichiarazioni comportano. La presidente Santelli prenda
provvedimenti. Liberi i calabresi da questo uomo dal gergo
violento e volgare. Riaffermi i valori della convivenza civile,
della solidarietà, della centralità della persona,
dell’accoglienza». (ANSA).

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