AUTONOMIA: DE MAGISTRIS, LAGHI E LO SCHIAVO “DISEGNO EVERSIVO”

ROMA (ITALPRESS) – Conferenza stampa congiunta, questa mattina a Lamezia Terme, con la partecipazione di Luigi de Magistris e dei consiglieri regionali Ferdinando Laghi (Gruppo de Magistris presidente) e Antonio Lo Schiavo (Gruppo misto – Liberamente progressisti). Al centro dell’iniziativa le ragioni del “No” all’autonomia regionale differenziata. Un tema, ha spiegato Antonio Lo Schiavo in apertura, che “rappresenta la battaglia politica campale dell’attuale consiliatura regionale. L’autonomia differenziata significherebbe cristallizzare le disparità che oggi esistono nel Paese. Questo disegno, non a caso, nasce dalle Regioni del Nord che chiedono di avere più potere rispetto ad alcune materie oggi demandate alla gestione dello Stato. Il rischio è che, oltre alla possibilità di trattenere maggiori residui fiscali nelle regioni che producono di più, si vada contro i principi di solidarietà e unità nazionale. Con il criterio della spesa storica, poi, si renderebbero legittime le disparità tra regione e regione. Mentre ancora siamo in attesa che vengano definiti i Lep si parla di una riforma che dà più autonomia alle Regioni senza però garantire omogeneità di diritti su tutto il territorio nazionale. Siamo al paradosso, così come è paradossale che una riforma di tale portata non passi dal Parlamento ma da un’intesa tra Stato e Regioni”.

Ferdinando Laghi ha posto l’accento sulle ripercussioni che la riforma avrebbe in ambito sanitario e ambientale. “Non è opportunità e non è un rischio, ma è la certezza di un danno anche per la salute di calabresi e meridionali. I lavoratori della sanità, ad esempio, già adesso soggetti a sperequazione nella parte variabile del contratto legata alle prestazioni (che funziona al Nord ma non al Sud), vedrebbero questa sperequazione ulteriormente accentuata perché il Nord avrebbe maggiori risorse economiche da poter investire a favore del personale sanitario. Risorse nemmeno paragonabili a quelle che sarebbero destinate al Sud. Ciò comporterebbe un’ulteriore desertificazione dei servizi sanitari nelle regioni del Sud, i cui medici sarebbero più incentivati ad andare a lavorare al Nord. L’idea, poi, che i Lep debbano viaggiare con il regionalismo differenziato è una sciocchezza inaudita. I Lep sono un obbligo costituzionale e devono essere realizzati a prescindere dall’autonomia differenziata”.

Da Luigi de Magistris l’analisi sugli scenari che la riforma del regionalismo differenziato potrebbe determinare. “Si darebbe molto potere, legislativo, istituzionale ed economico, alle Regioni – ha evidenziato -, ma dare un fiume di denaro in luoghi dove c’è il verticalismo della politica, significherebbe dare risorse negli stessi luoghi in cui si è storicamente verificata la cementificazione di interessi tra pezzi di politica, criminalità organizzata e burocrazia. Si dimentica poi che i criteri sono quelli della ‘spesa storicà, algoritmi dei laboratori politici che guardano a Nord, per i quali le Regioni più ricche riceverebbero maggiori risorse e quelle più povere continuerebbero ad impoverirsi. Ma il disegno Calderoli è davvero ai limiti dell’eversione che spaccherebbe il Paese completamente sovvertendo definitivamente l’architrave della nostra Costituzione incidendo in materie sulle quali, anzi, bisognerebbe ritrovare l’unità nazionale. Si fortificherebbero, quindi, ancor di più le disparità e la desertificazione dei territori più deboli. Il regionalismo differenziato è il peggio che la politica possa proporre ed è assolutamente dannoso”. (ITALPRESS).

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